1 me, a me forma complementare atona del pron. pers. io , si usa
come compl. ogg. e come compl. di termine (in luogo quindi di me , a me)
quando non si vuol dare loro particolare rilievo, in posizione sia enclitica
sia proclitica : " tu mi rimproveri sempre " mi ha scritto ieri eccomi giunto
vedendomi arrivare ditemi se è vero in presenza delle forme pronominali atone la , lo , li , le e della particella ne viene sostituito da me : " me lo ha
raccontato " me la pagherai me
nella terminologia
musicale in uso nei paesi latini, la prima nota dell'unica scala maggiore
priva di diesis e bemolli do di petto , il più alto che un tenore può
emettere.
m. sing. il si premette ai vocaboli
femminili singolari e si elide davanti a vocale : " la casa " l'alba si unisce
alle prep. a , con , da , di , in , su
nota musicale, sesta
della scala maggiore naturale di do dare il la , dare la nota su cui
accordare gli strumenti (fig.) dare l'avvio a qualcosa.
1 si usa come compl. ogg. riferito a persona o cosa, sia in
posizione enclitica sia proclitica in posizione proclitica si può elidere
davanti a vocale purché non generi ambiguità : " la vidi ieri " l'ho incontrata
poco fa aspettiamola dammi la lettera, voglio leggerla si usa rivolgendo il discorso a persona
con cui non si sia in familiarità, anche di sesso maschile, nel qual caso si
accorda al maschile negli usi formali viene spesso scritto con l'iniziale
maiuscola : " la p"